Gremita come non mai, ieri la Chiesa della Trasfigurazione di Succivo ha accolto Claudia Koll.
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Ad accogliere l’attrice, protagonista di una profonda quanto toccante storia di “conversione”, il parroco don Crescenzo Abbate, pastore molto gradito alla gente per la concretezza e l’incisività della sua opera pastorale. Dopo i rituali saluti di benvenuto, Don Crescenzo alle ore 19 ha iniziato un’ora di adorazione Eucaristica con riflessioni e meditazioni su alcune letture bibliche. Alle 20, è iniziata invece la testimonianza di Claudia Koll, che con voce molto soave ma ferma nei contenuti, ha affascinato i tantissimi fedeli accorsi con curiosità ma anche con molto interesse. Claudia Koll ha iniziato il suo racconto da lontano, di quando era bambina, all’età di 5 anni , insieme alla nonna, una donna molto devota, non vedente, era davanti al televisore a vedere film: Claudia, praticamente, descriveva la proiezione del film alla nonna. Ed è così che inizio ad innamorarsi de mondo dello spettacolo e, in particolare, del cinema.. Per cui si propose da subito di diventare attrice, contro la volontà dei genitori, che desideravano per lei la loro stessa professione, quella medica. Giovanissima scappa da casa e arriva alla ribalta attraverso un noto film trasgressivo del noto regista Tinto Brass.
Ma probabilmente quella realtà non le creava condizioni di serenità e di equilibrio interiore.
Claudia ha raccontato che circa 7 anni fa è iniziata per lei la conversione. Soprattutto grazie all’incontro con persone che soffrono, prima in una casa-famiglia per malati di AIDS, poi in un ospedale per i bambini leucemici, infine in Africa».
Per la Koll i cambiamenti sono arrivati anche sul lavoro. Tanto che l’attrice ha deciso di non accettare più ruoli in film trasgressivi né pubblicazioni su riviste dove parecchie prime donne vengonom proposte praticamente “senza veli”. In questi anni Ha avuto offerte interessanti: dalle letture delle poesie di Giovanni Paolo II fino a quelle del Cantico delle creature.
Grazie alla sua conversione, anche la sua storia privata è cambiata: infatti a lasciato il suo compagno, già sposato, al quale era molto legata.
Nel suo racconto la Koll ha anche sottolineato che un buon cristiano si relaziona col prossimo e con il Creato in modo diverso, più responsabile, valorizzando tutte le cose belle della natura ed evitando sprechi delle risorse, a partire dall’acqua.
Quello che più emoziona sono le nuove attività che la Koll ha intrapreso in questi anni, che hanno portato alla nascita di un’associazione, Le opere del Padre, che si occupa di chi ha più bisogno: Claudia visita gli ospedali, le carceri, chi si sente solo. Ha più volte esortato i presenti a riconciliarsi con Dio, ad accostarsi ogni domenica all’Eucarestia, ad ascoltare la Parola del Signore, per poter ricevere appieno le grazie di Dio.
Ma è in Africa che si profonde l’impegno di Claudia e della sua associazione, perché è lì è importante sostenere l’opera di evangelizzazione, attraverso progetti quali la costruzione di un orfanotrofio in Burundi, una casa di riposo per i sacerdoti anziani o malati; un piccolo teatro per i giovani e quella di una sala parto, e tante altre iniziative.