In Campania il settore che va immediatamente e profondamente bonificato e curato – dopo o assieme a quello dei rifiuti – è la Sanità.
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In tutti questi decenni la Sanità è stata solo terra di conquista, di lotte fratricide, di spartizione di posti ed appalti, di sistemazione degli amici ed amici degli amici. Sono diventati Direttori Generali, Amministrativi e Sanitari personaggi incollati alle poltrone che non hanno mai visitato i Reparti degli Ospedali di competenza, né si sono mai interessati dei problemi piccoli e grandi dei reparti di degenza, diventati nel tempo reparti indecenti. In Campania le strutture sanitarie pubbliche vivono un declino inarrestabile: i Medici e Paramedici sono degli accessori. Ci sono o non ci sono è la stessa cosa. Quello che prevale nella Sanità Pubblica Campana è l’appartenenza ai padroni di turno piazzati lì dai Partiti e dai Sindacati che impongono i loro diktat, il dispotismo dei ras: e se non ti adegui sei punito. I diritti del cittadino-utente o del cittadino-malato esistono solo nelle cerimonie ‘solenni’, o in Convegni e Seminari inutili, dove le primedonne devono fare passerella. La vergogna del Reparto di Pediatria dell’Ospedale di Aversa, che ho recentemente constatato di persona, non è diverso da quello di tanti altri Ospedali. Al Policlinico ‘Nuovo’ di Napoli il cemento se ne cade a pezzi e migliaia di ferri sono allo scoperto, consumati dai batteri della ruggine. Queste vergogne sono il frutto della politica del finto risparmio: i padroni dei carrozzoni ASL pensano a risparmiare sulla manutenzione ordinaria e straordinaria, sull’aggiornamento tecnologico e sulla crescita culturale e professionale degli Operatori Sanitari, sul personale Medico e Paramedico vieppiù carente. Ma non hanno mai voluto risparmiare sulle spese inutili, sui congedi sindacali, sul personale parassitario e fannullone che abbonda nei corridoi delle Amministrazioni. E come per il grano del Diavolo che va in crusca, così i loro bilanci sono sempre in rosso. La chiusura della U.O. di Pediatria di Aversa fa il pari con la chiusura del Centro Carratù. Ci costringono a vivere con una catena di vergogne perché noi cittadini, fruitori dei servizi sanitari, siamo considerati dei pezzenti, dei parìa, dei senza-diritti. E’ questa una delle tante monnezze campane da bonificare fino in fondo, senza sconti per nessuno. Ma per fare ciò occorrono il coraggio e le denunzie dei cittadini, il controllo assiduo – sin’ora assente o molto raro – di chi deve verificare il funzionamento dei servizi pubblici. Ma è arrivata anche l’ora che i cittadini-dipendenti (degli ospedali e ambulatori vari) smettano di aver paura ed esprimano quel minimo coraggio civile sufficiente perché tante vergogne – come questa della Pediatria di Aversa – non abbiano più a verificarsi o perdurare.
* presidente del Comitato Civico Co.Sa.Dir.Ci.