Questa sera oltre tremila persone hanno attraversato in corteo le strade del centro della città di Aversa per contestare la decisione dei sindaci del consorzio Ce/2 di risolvere l’emergenza rifiuti con l’apertura dell’ennesima discarica (Marruzzella nel territorio di San Tammaro).
>>>>>>>>>>>>>>>
La totale indifferenza delle istituzioni alla richiesta di attivare la raccolta differenziata spinta, unita alla volontà di perseguire sulla strada dell’incenerimento dei rifiuti è stata respinta in modo compatto dalla gente, che ha compreso come nonostante le strade pulite l’emergenza non sia finita. Una piazza pacifica ma determinata ha anche occupato il palco del “Festival degli artisti di strada” da dove sono stati effettuati una serie di interventi. La manifestazione è proseguita sotto i porticati del comune, dove la gente ha depositato rifiuti rigorosamente differenziati per dimostrare ad un sindaco “scettico” la capacità dei suoi concittadini di saper affrontare con concretezza e serietà i reali problemi della città.
L’emergenza sanitaria e ambientale, ormai, continua ad essere negata soltanto dal potere politico. Le tonnellate di rifiuti tossici e nocivi smaltiti per anni nel sottosuolo dell’agro aversano stanno producendo danni indescrivibili. I cittadini sono stanchi e continueranno a protestare.
Le migliaia di persone scese in piazza ribadiscono la loro contrarietà al piano Pansa e alla gestione degli amministratori locali e nazionali, quest’ultime in barba alle richieste delle comunità locali hanno deciso di prorogare per altre 9 mesi la gestione commissariale.
Ribadiamo i nostri punti fondamentali:
– CHIUSURA IMEDIATA DI TUTTE LE DISCARICHE NON A NORMA
– AVVIO IMMEDIATO DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA
– BONIFICA IMMEDIATA DELLE NOSTRA TERRE
– RINUNCIA ALLE POLITICHE DI INCENERIMENTO DEI RIFIUTI
E’ L’ORA DI VOLTARE PAGINA: ACQUA, ENERGIE E TUTELA DELL’AMBIENTE NON POSSONO RIMANERE IN MANO DI PRIVATI E SPECULATORI.
Il prossimo appuntamento è per le ore 18,30 di mercoledì 4 gennaio nell’auditorium dell’ex macello per un’assemblea pubblica nel corso della quale verranno decise le forme con cui proseguire la mobilitazione.