Che senso ha il Natale? Me lo sono chiesto e richiesto in questi giorni. Un senso religioso? Perfetto, allora il Natale è affar dei credenti. Quali credenti? I cattolici, ovviamente. Perfetto, cerchiamo, allora, di capire dal modus operandi “natalizio” dei cattolici il senso del Natale.
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Mi risulta che i cattolici, a Natale, spendono, spandono, regalano, cucinano, si abbuffano. Natale, dunque, festival delle vanità? Non solo. Dimenticavo una cosa: a Natale, oltre che spendere, spandere, regalare, cucinare, abbuffarsi, si va pure a Messa. Natale, allora, Festival delle Vanità con Messa.metti-a-posto-la-coscienza? Così pare. Ma, scusate, il Natale non dovrebbe catapultare i cristiani nella dimensione della solidarietà, dell’altruismo, della donazione, della frugalità, del silenzio, della gioia? La nascita di Gesù non avvenne nella povertà ed in mezzo agli ultimi della società? E’ da tempo che non leggo testi cattolici, eppure, se male non ricordo, così la tradizione descrive il Natale. E se bene ricordo, non v’è contradictio in terminis, allora, tra il Senso del Natale secondo l’odierno modus operandi dei cattolici ed il Senso del Natale secondo l’insegnamento della Tradizione? Cose da non credere, direbbe l’amico Fornari che scrive per L’Eco. E le alte gerarchie? Tacciono. Meglio occuparsi della Messa in latino e della ”catastrofe Dico” (Ma perché non abbiamo politici come Zapatero, che hanno il coraggio di approvare i Dico e di non andare alla Messa del Papa, costi quel che costi?).