Caro Babbo Natale,
Ti scrivo questa letterina perché vorrei che esaudissi alcuni miei desideri. Piccole cose, ma tanto importanti per me. Prima vorrei descriverti un po’ chi sono e cosa faccio. Tutti quelli che mi conoscono dicono che sono buono. Non troppo, però. Dalle mie parti, quando si vuole dare del fesso a qualcuno, si dice che è buonissimo. Io sono buono, ma non fesso. Chiusa parentesi.
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Torniamo a noi. Vivo insieme a tante persone. Quando ci riuniamo, tra maschietti e femminucce, riusciamo a riempire uno stanzone enorme. Il bello è che più passa il tempo, più aumentiamo. Non passa una settimana che un nuovo arrivato non sieda insieme con noi, a giocare intorno al gran tavolone. Tutti mi vogliono bene. Beh, diciamo quasi tutti. Due miei amichetti, da un po’ di tempo, mi fanno continuamente dei dispettucci. Ti ho scritto questa letterina perché desidero che tu porti un po’ di carbone a questi due discoli. Per quanto mi riguarda, avrei, invece, tanti desideri da esaudire. Il primo si riferisce al mio paesello. Dovresti vederlo. Ha tanti monumenti, case e palazzi costruiti centinaia d’anni fa. Purtroppo, una gran parte di queste costruzioni mi ricorda quando, dopo aver giocato ore ed ore con il Lego, mi stufavo, prendevo il martello e “lo scassavo” in testa alla casetta che avevo appena finito di costruire, non ti dico le risate… Così sembrano alcuni nostri monumenti: presi a martellate! A proposito, quando arrivi, non far caso alle tante cose brutte gettate in mezzo alle strade. Non sempre è così. Un paio di volte l’anno, il paesello torna ad essere pulito e profumato. Beh, scusa… ho un po’ esagerato. Diciamo: meno sporco e puzzolente. Ah, dimenticavo. Se vieni con le renne, fa molta attenzione a dove parcheggi la slitta. Soprattutto, fa attenzione a quanto tempo stai fermo. Sai ci siamo un po’ montati la testa ed i costi dei parcheggi somigliano a quelli di Montecarlo. Solo che lì c’è il Casinò, da noi solo casini. Presta molta attenzione, quindi. Potresti essere costretto a venderti tutti i regali, destinati ai bimbi buoni, per pagare uno strano talloncino: il Rattino o il Gattino, non ho mai capito bene come si chiama. A volte capita che mi scappano da bocca cose che mai avrei voluto dire, ma “c’aggia fa, è la vita…”. Se lo sapesse la mia maestra, brrr… Il fatto è che qua non c’è lavoro. La gente per “lavorare” s’inventa tanti sistemi per spillare quattrini a chi, per fortuna, il lavoro ce l’ha. Tu che lavori da tantissimo tempo, andando su e giù per i continenti, chissà quante n’avrai viste. Ma, non ti preoccupare. Qui da noi non ti annoierai di certo. Sai, a Natale ci sono tante belle manifestazioni. Si suona la pianola Bontempi nelle strade, si canta a squarciagola nelle chiese, si mangia il panettone offerto da alcuni commercianti, si beve lo spumantino offerto dagli altri commercianti (neanche a Natale riescono a mettersi d’accordo), si guardano le “luciarelle” accese nelle strade, qualcuno tenta di fare shopping, qualcun altro gioca a “rubamazzo”, tutta la giornata si “sparano i Trick Track”. Ma la vera caratteristica natalizia (anzi, per la verità, dura tutto l’anno) è l’accensione dei falò. A volta sembra di essere su una bella spiaggia, insieme agli amichetti intorno ad un falò (solo un po’ più piccolo) a suonare la chitarra ed a cantare le canzoni del nostro duo di cantautori preferito: Mariano e Silviuccio. Caro Babbo Natale, stai lontano da quei fuochi, ti potresti “appicciare” la barba ed i peli dentro il naso. A proposito di barba, la befana come sta? Salutamela e dille che il regalo quest’anno voglio che me lo porti solo tu. Sai sono rimasto deluso dal regalo dell’anno scorso. Le avevo chiesto di portarmi il gioco del Monopoli, distratta com’è mi ha portato “Il piccolo chimico”. A me non serve. Ho un amichetto, venuto da Milano, bravissimo, che conosce a menadito tutte le sostanze chimiche. Penso che per un po’ di tempo giocheremo assieme. Chissà quante risate ci faremo… Ma veniamo al regalo che tu dovrai portarmi. So di chiederti molto, ma vorrei che tu facessi sparire le montagne d’immondizia dalle strade. Vorrei che i bambini potessero avere tanti parchi nei quali giocare, che gli anziani potessero ritrovarsi in un luogo caldo ed accogliente. Sarebbe bello, poi, che tu facessi piantare nuovamente tanti alberi (sai una volta ce n’erano tantissimi) dove poter passeggiare all’ombra. Vorrei, inoltre, che tu mi facessi trovare tanti bei posti per parcheggiare la mia automobilina, senza rimetterci, però, tutta la paghetta mensile. Un mio altro gran desiderio è vedere, ogni tanto, uno spettacolo divertente, di qualche personaggio famoso, possibilmente non “cafone”. Ce ne sono già tanti di cafoni nostrani, che non è proprio il caso di farli venire da fuori. Mi farebbe piacere vedere i giovani musicisti suonare in un auditorium degno di questo nome. Vorrei che i giovani e meno giovani delle Associazioni (quelle vere) avessero una sede attrezzata dove riunirsi per organizzare tante iniziative utili alla gente. Per finire, e qua so di chiederti troppo, vorrei che nessun uomo, donna o bambino morisse più di tumore perché qualche schifoso ha deciso di arricchirsi seppellendo orrende misture chimiche sotto la nostra terra. Se puoi, caro Babbo Natale, regalami almeno questo. Con affetto.