Il nuovo "L'Eco di Aversa" è una riedizione del foglio cittadino fondato da Gaetano Parente nel 1861. Il logo riprende un dipinto di Gennaro Conti, del 1886, raffigurante il sindaco Gaetano Parente nell'atto di indicare a Vittorio Emanuele la Via Roma.
Introduzione
La città di Aversa ebbe varie cerchie di mura, a seconda della sua grandezza: più volte distrutta, fu sempre accresciuta e ampliata, ed ebbe sempre una nuova cerchia, di cui resta ancora qualche traccia.
Il perimetro più antico è segnato dalle seguenti strade attuali: partendo da via Drengot (Scalpella) , chiesa di S. Giovanni, via S. Maria della Neve, chiesa di S. Maria a Piazza, viottolo dietro il castello aragonese, terreno del Manicomio Giudiziario, via S. Andrea, via Cimarosa, via Cesare Golia e di nuovo via Drengot.
Ogni cerchia successiva di mura, ebbe delle porte: delle più antiche, se ne ricordano sette; ma una sola è rimasta: la porta di S. Giovanni.
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Introduzione
Nel Medio Evo, i re erano soliti concedere, ai loro cavalieri, una specie di circolo nobiliare, che si chiamava Sedile, a cui potevano appartenere solo alcune famiglie scelte; nel Sedile, i nobili si riunivano spesso per discutere, trattare e decidere su avvenimenti importanti per il paese.
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Introduzione
Sin dalle origini Aversa, nata come città di un popolo bellicoso, fu dotata di castelli fortificati:
Rainulfo, al momento della fondazione, se ne fece costruire uno, di cui non restano tracce. Col passare del tempo, altri se ne costruirono, che potevano essere palazzi difesi da merli e feritoie, o veri e propri castelli di difesa.
I più famosi, di cui restano tracce, sono tre:
– quello di Savignano;
– quello angioino di Casaluce;
– quello aragonese.
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Al centro della Villa Comunale, si innalza un monumento di marmo: ha il basamento quadrato su cui poggia un tronco di piramide, che fa da sostegno ad una colonna, recante in cima il busto di Pietro Rosano, avvocato ed uomo politico illustre. Su uno dei lati, è raffigurata una donna con della frutta, rappresentante la Campania e la sua feracità; una scritta ricorda la data del monumento (1911) e la dedica della Campania. L’opera è dello scultore Francesco Ierace, e fu eretta il 5 maggio 1907.
Pietro Rosano nacque il 25 dicembre del 1846; e, benché non fosse aversano di nascita, visse e si interessò moltissimo della nostra città, dalla quale fu eletto Deputato del regno, il 1 ottobre 1882, dopo che aveva eroicamente combattuto con Garibaldi e, nel 1866, a Bezzecca, era stato anche ferito. Dal 1882 al 1903 fu deputato eletto da Aversa; nel 1903 fu anche nominato Ministro; ma, ingiustamente accusato, si suicidiò.
1.f) Il Monumento e la casa di Cimarosa
(vedi in questa stessa enciclopedia, sub “Vita di Cimarosa”)
1.g) Casa di Iommelli
(vedi in questa stessa enciclopedia, sub “Vita di Iommelli”)
1.h) Monumento a Filippo Saporito
(vedi in questa stessa enciclopedia, sub “Vita di Saporito”)
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E’ l’unica delle fontane sopravvissute ad Aversa: un’altra era a piazza Marconi, ma fu eliminata, perhè rovinata ed inutilizzata; ed altrettanto avvenne per quella della Villa Comunale, che era situata di fronte all’Armorium ed era molto caratteristica essendo scavata nel terreno e circondata da un semplice parapetto.
Quella di Piazza Vittorio Emanuele, costruita nel 1890, è la più importante e rappresentativa della città, di cui reca lo stemma sui quattro lati; è in pietra naturale, con alcuni elementi di marmo; recentemente, è stata protetta con una cancellata, ma le sue condizioni lasciano ancora a desiderare.
E’ situato a piazza Municipio, di fronte alla Casa Comunale; su una base marmorea, circondata da un’aiuola quadrata, con agli angoli quattro palme decorative, si eleva il monumento di bronzo, che rappresenta tre fanti, nell’atto di lanciarsi all’assalto: sopra tutto sovrasta l’immagine della Vittoria, alata ed armata. E’ opera dello scultore Francesco Ierace, e fu inaugurato il 18 novembre 1936, in memoria dei Caduti della I Guerra Mondiale. Successivamente, a cura della locale Sezione del Fante, sulla facciata anteriore del basamento di marmo, fu apposta una lapide, in memoria dei Caduti della II Guerra Mondiale, ed una lapide votiva perennemente accesa, in memoria di Essi.
Nel corso del tempo, dalla fondazione fino al XVI secolo, ad Aversa sorsero moltissimi conventi, al punto che, verso la fine del 500’, gran parte della città vecchia era costituita da una serie ininterrotta di conventi, che iniziava da quello di S. Lorenzo e arrivava fino a quello di S. Francesco, occupando tutta la parte intermedia.
Con le leggi di soppressione dei conventi del 1809, essi furono utilizzati in gran parte per i pubblici edifici, e solo pochissimi hanno conservato la loro antica funzione.
Sorse intorno al 1230, ad opera delle nobildonne della famiglia Rebursa, che usarono alcune loro case, per luogo pio di ritiro di donne, seguaci della Regola delle Clarisse.
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Il 1 aprile 1621, la nobildonna Laura Capace, baronessa di Marinaro, donò un terreno – a’ Torrebianca – agli Agostiniani Scalzi, perché affascinata dalle prediche di un frate dell’Ordine.
Il 5 ottobre, fu iniziata la costruzione della Chiesa, mentre in via Presidio si creava un primo convento di Agostiniani, in una casa d’affitto.
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Periodico
Registrazione presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere N. 602 del 19/09/2003 Direttori responsabili: Andrea Scaglione e Salvatore De Chiara