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Shrek 3 di Alberto Catozzo

Screk.jpgSpettacolo per bambini, in particolare. Per tutti, in ogni caso. Assenza di scene violente, finalmente! Al contrario di “Pirati” o “Potter”. A parte questo, non ci sembra che il film eguagli gli altri della serie. La formula ha dato, evidentemente, il meglio. La morte de Re-rana-padre di Fiona impone la scelta di un nuovo Re. Shrek non vuole assumere l’incarico nonostante la designazione del Re-rana-padre di Fiona. Nasce, allora, il problema di “trovare” un altro legittimato alla carica di Re che voglia accettare l’onere-oonore. Da qui si dipana la trama semplice, leggera, pulita, piacevole del film.


Curiosa la centralità del concetto di famiglia nel senso più tradizionale. E della figliolanza come logica conseguenza della famiglia. Se volessimo fare una battuta, diremmo che il film è contro un’estensione del concetto tradizionale di famiglia (uomo, donna, figli). Ma, ovviamente, si tratta solo di una battuta. La proiezione non dura più di un’ora e mezza. Scorre senza intoppi e, soprattutto, senza conflitti e uccisioni crudeli (Pirati, Narnja, X-Men), senza scatenare tensioni improvvise per l’evoluzione delle situazioni (Potter, X-Men). In fondo un film che trasmette serenità. Che mai suscita paura. Che vede il Bene trionfare senza bisogno di pugni, armi, lance, cannoni, armate e via discorrendo.


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