Ho sempre trovato nei libri un rifugio. Ne compro tanti, non li leggo tutti. Sono pochi quelli che mi piacciono e mi colpiscono. Con questa rubrica – “L’isola che non c’è” – sottoporrò alla vostra attenzione e riflessione “passaggi” che mi hanno colpito e desidero condividere. Forse nei libri ci sono – ma raramente – quelle risposte alle infinite domande che ogni giorno si affollano in noi e cercano una soluzione. Sarebbe bello se anche voi, che state dall’altra parte, mi mandaste qualche pezzo che vi ha dato qualcosa, fossanco un momento di serenità, di emozione, di passione. Sono sentimenti di cui abbiamo bisogno per vivere, anche se la realtà, il vitale quotidiano ci vuole tutti falsi, ipocriti, razionali, calcolatori.
“Cantamos porque llueve sobre el surco
y somos militantes de la vida
y porque no podemos ni quieremos
dejar que la canciòn se haga ceniza”
* * *
“Cantiamo perchè piove sul solco che si apre nel terreno
e siamo militanti della vita
e perchè non possiamo nè vogliamo
lasciare che la canzone diventi cenere”
(Da “Por qué cantamos”, Cotidianas, 1978-1979)