Ti aspetti una Città perfetta ed elegante, ma non è così. Gli anni sono passati anche qui e i problemi sociali li trovi belli, grandi, dirompenti, ingigantiti. Il viaggio a Parigi comincia con una anziana donna nera che non riesce a salire, con il carrello, il gradino del marciapiede; l’indifferenza generale verso la situazione; il fastidio dell’autista dell’autobus che, non appena la donna anziana è riuscita a far salire il carrello sul marciapiede, accelera seccato. Neri, clochard, cinesi, sudamericani, arabi, indiani: altro che “all’estero è sicuramente meglio!”. E’ chiaro che qui c’è un problema sociale, forte, d’integrazione. I lavori del “livello inferiore” (camerieri, per esempio) sono svolti da extracomunitari. Molti si sono integrati. Ed hanno un bell’aspetto. Ma molti, all’opposto. no. E recano nel volto i segni della solitudine e della sofferenza. Come una tristezza indelebile. Ti chiedono soldi per la strada. Ai semafori pure, ma sono in meno.
Poi sporcizia. Strano, ma persino la strada che da Orly porta a Parigi è in stato di abbandono: erbacce, punti rotti, scritte, cartacce. “Le centre” resta un piacere per gli occhi. L’Arc de Triomphe, les Champs Elisee, place de la Concorde, Trocadero, la Tour Eiffel, l’Opera, les Invalides, l’Ecole Militare… La grandeur fa impressione, si sente, ti ci perdi. Ma sembra meno “grande” di un tempo, sembra en decadance. Nelle zone eleganti, incontri gente raffinata, ma sembra costituire minoranza. Stupisce la gente che compra nei negozi delle Firme famose. Vitton è pieno, tutti comprano, eppure i prezzi sono elevatissimi. Versailles conferma tali sensazioni. Il complesso è impressionantemente immenso. Eppure il presente delude e quella immensità sembra appartenere al passato. Il compito di governare, per Sarkozy, sarà senz’altro arduo, difficile. Quanto ai francesi, in generale sono antipatici e presuntuosi, almeno nel primo impatto. Ma se dimostri interesse per il loro Paese, cambiano. E diventano gentili. I piccoli paesini sono senz’altro un’altra cosa. Puliti, deliziosi, colorati, eleganti, tranquilli. Evidentemente le metropoli cosmopolite sono il vero problema con cui i governanti, di qualunque parte del mondo, devono combattere. Un problema enorme. Il traffico di Parigi è quello di Roma. I parcheggi tutti a pagamento. Il rispetto dei semafori assoluto, tranne che per i pedoni. Auto soprattutto francesi (Renault, Citroen). Autobus e metro perfetti. Le linee dei bus si comprendono perfettamente perché sono chiaramente tracciate sui mezzi stessi. Conclusione: un viaggio d’obbligo, ma non aspettiamoci il non plus ultra.