Ho preso 11 voti! Mi viene da ridere. Perchè? Per varie ragioni. Primo, perchè non ho fatto “investimenti” di soldi e di tempo per la campagna elettorale. Non ho offerto pranzi nè caffè. Non sono andato di casa in casa ad elemosinare voti. Non stavo in strada a dare “santini” a destra e a manca. Il 27 ed il 28 ero a Madrid a seguire la vittoria del sindaco Gallardon, del PP ovviamente, che ha costruito tunnel, raccordi anulari, sottopassi e via discorrendo e che, onestamente, magari ce l’avessimo, noi, a Roma!
Secondo, non dovevo avere promozioni nè lavoro nè incarichi da chicchessia; in loco non svolgo commercio nè ho figli da “sistemare”, quindi la candidatura non rappresentava mezzo a fine. Terzo, mi sono divertito a vivere quest’esperienza ed a toccare con mano il basso livello in cui versa la politica italiana. Ho visto e sentito cose che mi fanno ritenere che se seguita così, l’Italia intera continuerà a contare ben poco nel mondo. Quado sono arrivato a Madrid da Aversa, dalla baraonda e dalla munnezza sono passato al fair play ed alla pulizia. Pochi segni della campagna elettorale, eleganti e non invasivi. Neanche un pezzo di carta in giro. Al contrario di Aversa, immersa nel vomitevole puzzo delle montagne di spazzatura e sfregiata da manifesti e comitati elettorali. Allora ho pensato: peccato che Aversa dev’essere com’è pur avendo le carte in regola per essere diversa, normale. Peccato, ma, purtroppo, ognuno è artefice del suo destino. E dello stesso è responsabile. Io sono fortunato che da Aversa posso “scappare” e vedere altro. E rendermi conto di quanto Aversa sia distante dal mondo normale. Senonchè quando penso questo, finisco di ridere e mi viene una gran maliconia. Non per me, ma per chi resta.